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A PESCA…INSIEME!!!

SABATO “IN ALBIS DEPOSITIS

(ormai tolte le vesti battesimali)

Settimo giorno dell’Ottava di Pasqua

18 aprile 2020      

Lettura del Vangelo secondo San Giovanni…. cap. 21 versetti 1-14

Dopo queste cose, il Signore Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla. Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri. Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.

 

Carissimi sorelle e fratelli,

è il tempo della Vita Nuova!!!

Tempo di pesca insieme!

 Il testo è di una ricchezza infinita! Proviamo a raccogliere almeno qualcosa!

Cosa fanno gli Apostoli dopo aver incontrato già per due volte il Signore Risorto?

Innanzitutto, avete notato che sono sette, non i dodici…

Ma…sette è più di dodici!

Come?

Dodici rappresentano le dodici tribù di Israele, il popolo di Israele;

Sette rappresenta l’universalità: tutto il mondo, tutti i popoli!

Ormai la missione di portare il Vangelo del Regno si amplia al mondo intero!

L’iniziativa la prende Pietro! E non è un caso!

Però non dice “andiamo a pescare”; dà l’esempio e dice: “Io vado a pescare”.

Non dà un ordine agli altri: armiamoci e partite. Ma “Vado a pescare”.

E gli altri cosa rispondono? Veniamo anche noi con te.

Gli altri non sono sudditi di Pietro, sono in comunione con Pietro,

e liberamente, mossi dallo stesso Spirito, vanno con lui a compiere la stessa missione!

È molto bello vedere come all’origine la struttura della Chiesa abbia come capo non uno che comanda: “andate a pescare, poi portatemi da mangiare!”; ma “io vado a pescare”, dà l’esempio!

Ci ricorda la logica del Regno di Dio: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono.43Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore,44e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti.45Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti». (Mc 10, 42-45)

Pietro dà il buon esempio e va! Il suo primato è questo!

E gli altri, liberamente, in comunione con lui!

Si sono dati tanto da fare, con perizia! “…ma quella notte non presero nulla.”

Se pur stando in comunione tra noi, facendo il suo lavoro, non c’è nessun frutto, vuol dire una cosa molto semplice: che non basta la comunione tra noi!

Il tralcio, se non sta unito alla vite non porta frutto.

“…4Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me.5Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla…” (Gv 15, 4-5)

È la nostra comunione con Lui che crea la vera comunione tra di noi, allora diventa feconda!

Se è semplice comunione tra noi per sentirci al sicuro, per “tenerci al caldo”, peggio ancora per sentirci importanti e potenti, non peschiamo nulla!

È fondamentale provare questo fallimento!

Lo sperimentano tutti i cristiani, tutte le Parrocchie, Comunità Pastorali, Diocesi…i Gruppi…:

Lavoriamo con tante analisi, tante indagini, con tante strategie pastorali, tanti accorgimenti…

E il risultato??? Come mai non viene??? Tanto impegno e poi???

Gesù dov’è? Il Signore dov’è? Ci ha abbandonati?

Gesù è lì, è presente, ma non è riconosciuto!

Gesù ha già compiuto la sua missione e sta a terra, là sulla riva! Non ci lascia soli!

Lui è presente ma noi non lo riconosciamo.

Dice una Parola: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?»

Dovremmo tradurre meglio: “Figlioli, avete qualcosa di companatico?”

Il Pane c’è già!

Il Pane è il Figlio che ha dato se stesso, “…la mia carne per la vita del mondo!”

C’è un companatico da aggiungere al Pane!

L’Eucaristia non è semplicemente che facciamo memoria di ciò che il Signore ha fatto per noi!

Il companatico dell’Eucaristia siamo noi stessi che rispondiamo al Suo Amore con l’amore.

Questo dipende solo da noi! Altrimenti non stiamo veramente facendo l’Eucaristia!

Questo companatico è esattamente ciò che i discepoli fanno come Gesù e con Gesù, amando i fratelli come Lui ha amato loro.

È il frutto della pesca! Cioè se tu ami gli altri in Gesù, per Gesù, con Gesù, li guadagni, li conquisti all’amore di Gesù!

La risposta dei sette è semplice: “NO”.

Non abbiamo niente come companatico!

“Gli risposero: «No»”. Molto secco, senza commenti, tutti insieme in coro, tutti e sette: NO.

Questo NO rappresenta tutte le nostre sterilità, il nostro darci da fare che resta molto deluso, molto amareggiato…

Quante volte si parla male del tempo in cui viviamo: burrascoso, senza fede, senza costumi, ecc… Ma…”Dio ha tanto amato il mondo – questo mondo che vediamo e viviamo – da dare il suo Figlio!” È questo mondo l’oggetto dell’amore di Dio!

Eppure cerchiamo di far tutto quello che possiamo e non c’è risultato!

Allora c’è qualcosa di sbagliato, che non va! Perché non va nonostante il nostro impegno!

Ecco la risposta di Gesù: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete»

Gettate la rete dalla parte destra.

Gesù dà un ordine a tutti, un ordine preciso, come ha dato un comando preciso.

Cosa ha comandato? “amatevi gli uni gli altri come io vi ho amati”.

Questo è il suo comando preciso.

Gettare le reti vuol dire esattamente questo: obbedire alla Sua Parola.

Quindi il centro della nostra missione, del nostro essere testimoni di Gesù consiste esattamente nell’obbedire al comando dell’amore del prossimo.

Non abbiamo altro mezzo per testimoniarlo.

Tra l’altro “la parte destra”. La destra è la parte della mano che agisce, che opera, che ha il potere. L’unico potere di Dio è quello di amare e servire, non quello di dominare.

Gettate la rete da quella parte.

È il Figlio seduto alla destra del Padre, quella è la parte del Figlio, dove stanno i fratelli; dall’altra parte c’è il nulla.

È l’obbedienza a questo comando che rende fruttuosa la nostra pesca!

“…La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci.”

Pietro sale e “tira” la rete.

E la stessa parola di quando Gesù dice: Quando sarò elevato, “attirerò” tutti a me.

Siamo attratti al Figlio quando vediamo il Suo amore per noi nell’amore degli altri per noi!

Vediamo l’amore fraterno sgorgare dalle ferite e dal fianco del Crocifisso-Risorto!

“…centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò…”

E pur essendo così tanti, la rete non si squarciò.

Questa parola squarciarsi, richiama la tunica di Gesù, il suo corpo che non va diviso.

Nella celebrazione della Divina Liturgia (S. Messa) in Rito Bizantino c’è un bellissimo testo di San Giovanni Crisostomo riguardo al Corpo di Cristo

Si spezza e si spartisce l’Agnello di Dio: Egli è spezzato e non si divide, è sempre mangiato e mai si consuma, ma santifica coloro che ne partecipano”.

Cosa vuol dire?

Questa rete contiene tutti!

Se ci dividiamo tra noi, dividiamo il corpo del Figlio!

Questa rete (rete di relazione e comunione fraterna in Cristo) non va mai rotta!

“…santifica coloro che ne partecipano.” : se siamo in vera Comunione con il Signore, non possiamo che essere e volere la comunione con tutti!

Anche con i nemici!

Questo numero di pesci rappresenta la moltitudine infinita.

In greco si usa non “quantità”, ma “una pienezza”:

non è mai piena la casa del Padre fino a quando manca anche solo un figlio!

Questo è il frutto della pesca, se ascoltiamo e obbediamo alla sua Parola.

Il frutto che portiamo noi all’Eucaristia, la nostra vita eucaristica, anche oggi, anche in queste settimane in cui non possiamo partecipare fisicamente, perchè il Signore è con noi sempre!

Vi abbraccio e vi benedico con tutto il cuore!

Vostro in G. M. G. Don Stefano