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L’Abbazia di Mirasole e i suoi 8 secoli di storia

Il nome dell’Abbazia deriva dal nome del villaggio – vicus – Mirasole, nel quale era situata. Certamente, per la presenza di un luogo religiosamente significativo come un’Abbazia, il nome Mirasole assume anche un’allusione diversa, evocando la tensione della vita ascetica a tenere lo sguardo fisso a Cristo, sole della vita.

La grangia di Mirasole (le grange erano unità rurali dipendenti da un’Abbazia, attorno alla quale si componeva un insieme di edifici adibiti a utilizzi agricoli e abitativi) nacque a cavallo tra il XII secolo e i primi anni del XIII ad opera dei fratelli Umiliati, con una comunità di soli laici. Gli Umiliati, nel 1201 riconosciuti da papa Innocenzo III come vero e proprio ordine, si diffusero in tutta la Lombardia, fondando numerose case – tra cui Mirasole – e inserendosi nel progetto di bonifica agricola e spirituale che portò a cingere Milano da una corona di Abbazie. La regola degli Umiliati era un’assoluta novità, in quanto adattava i precetti benedettini e agostiniani all’intensa attività lavorativa dei propri membri, in particolare nell’ambito della lavorazione della lana. Gli Umiliati sono stati i primi nella storia della chiesa ad avere un terz’ordine, i cosiddetti terziari, cioè laici riconosciuti parte integrante dell’ordine religioso, pur vivendo nelle proprie case.

Nel XIII e XIV secolo l’Abbazia umiliata di Mirasole fu un fiorente centro di vita religiosa e di attività agricola. Basti pensare che nel 1344 la comunità era composta da 44 membri: 29 frati, 11 monache e 4 domestici; e che gli annali della Fabbrica del Duomo riportano, tra il 1387 e il 1398, una intensa collaborazione con Mirasole per la fornitura annuale di legname pregiato fino alla Veneranda Fabbrica. Probabilmente a scopo difensivo, proprio al Trecento risale la torretta d’ingresso, che configura l’Abbazia come una grangia fortificata a pianta quadrangolare, in origine cinta da un fossato difensivo con due ingressi muniti di ponte levatoio.

A partire dalla seconda metà del Trecento, in conseguenza della crisi demografica ed economica provocata dall’epidemia di peste nera, i terziari non ci sono più e il numero di salariati è insufficiente al lavoro. I frati decidono allora, come era usuale per gli ordini religiosi dell’epoca, di concedere a esponenti famiglie della borghesia e della nobiltà milanese l’affitto di terre sempre più grandi per recuperare liquidità. I frati si limitavano a riscuotere affitti irrisori e, oltre a ciò, i fittabili beneficiavano di tutte le attività produttive.

Nel 1482 Mirasole fu ridotta a commenda, quella disposizione ecclesiastica per la quale il papa concede una carica che si rende vacante, per esempio quella di abate, ad un religioso o ad un laico che gode le rendite dell’Abbazia senza diventarne il titolare e potendo amministrare il bene tramite un suo rappresentante.

A seguito del fallito attentato a San Carlo Borromeo, da parte di un umiliato della casa di Brera, nel 1571 papa Pio V abrogò l’ordine degli Umiliati. Nel 1582 la proprietà dell’Abbazia di Mirasole passò al Collegio Elvetico di Milano, istituito da papa Gregorio XIII per l’istruzione del clero svizzero. Qui terminò, dopo oltre tre secoli, la vita monastica di Mirasole e, tranne la chiesa e il chiostro, tutti gli edifici Abbaziali furono destinati a fittavoli e salariati.Le successive vicende storiche ed architettoniche di Mirasole furono influenzate da Napoleone. Conclusa la campagna d’Italia, nel 1797 Napoleone soppresse il Collegio elvetico e donò l’Abbazia, completa di fondi e podere, all’Ospedale Maggiore di Milano, per ricompensarlo dell’assistenza prestata ai suoi soldati malati e feriti.

Nei primi anni dell’Ottocento il fittavolo dei terreni occupava tutto l’edificio padronale, fece edificare il portico neoclassico con terrazzo e addirittura trasformò il chiostro nel cortile della sua abitazione. Nel 1876 l’Ospedale ottenne dalla Curia Arcivescovile di Milano una riduzione delle Messe, a causa dell’insufficienza delle elemosine; nel 1903 si dichiarò chiusa la Chiesa alle funzioni di culto e, da questo momento, cominciò un lungo periodo nel quale Mirasole fu abitata esclusivamente dalle famiglie contadine. Le ultime risalgono agli anni ‘50.

L’Ospedale promosse un primo intervento di restauro nel 1930 e, nel 1964, un altro di maggiore portata. Negli anni ’80 i definitivi lavori, grazie all’opera di Franca Chiappa, benefattrice dell’Ospedale.

Dal 2013 al 2016 l’Abbazia è stata la sede del priorato italiano dei Canonici Regolari Premostratensi. I Premostratensi si erano insediati in 12, avviando subito una incredibile rinascita del luogo: insieme ad ingenti lavori di ristrutturazione, hanno integrato la vota comunitaria e ascetica con una fervida attività pastorale, permettendo così a Mirasole di rivivere sia da un punto di vista religioso, sia civile e culturale. A causa della sopraggiunta precarietà numerica della comunità, in soli due anni ridotta da 12 a 2 confratelli, a luglio 2015 l’ordine religioso ha comunicato all’Ospedale la rescissione del contratto di comodato stipulato nel 2013. Da ciò la Fondazione Sviluppo Ca’ Granda – ente istituito dal Policlinico per la gestione e la valorizzazione del patrimonio rurale di cui l’Ospedale è proprietario – ha indetto un bando di locazione trentennale per il complesso abbaziale.

Il 25 luglio 2016 Fondazione Progetto Arca e Progetto Mirasole Impresa Sociale, vincitori del bando con un progetto di welfare sociale di comunità, hanno fatto il loro ingresso in Abbazia.

 

“Un’eco dal passato. Vita e vite degli Umiliati di Mirasole” di Patrizio Pelli, a cura di Paola Navotti