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RINASCERE DALL’ALTO!

MERCOLEDÌ DELLA II SETTIMANA DI PASQUA

22 aprile 2020

Lettura del Vangelo secondo San Giovanni… cap. 3 versetti 1-7

In quel tempo. Vi era tra i farisei un uomo di nome Nicodèmo, uno dei capi dei Giudei. Costui andò dal Signore Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei venuto da Dio come maestro; nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui». Gli rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio». Gli disse Nicodèmo: «Come può nascere un uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». Rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito. Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto».

Carissimi sorelle e fratelli,

è il tempo della Vita Nuova!!!

“…tra i farisei un uomo di nome Nicodèmo, uno dei capi dei Giudei…”

Noi siamo abituati a considerare i farisei come ipocriti, perché Gesù ha spesso definito così quei farisei – e con loro tutte le persone che – ci tengono molto ad apparire giusti davanti a Dio e davanti agli uomini, non amando nè Dio nè gli uomini.

Per capire meglio ciò che intende Gesù per ipocriti nella fede: I farisei sono veramente gli uomini zelanti della legge, conoscono la religione e la praticano fin nel minimo dettaglio, senza trasgredire nessuno degli ordini di Dio, come del resto faceva Saulo (S. Paolo) prima della conversione: “…Se qualcuno ritiene di poter avere fiducia nella carne, io più di lui: circonciso all’età di otto giorni, della stirpe d’Israele, della tribù di Beniamino, Ebreo figlio di Ebrei; quanto alla Legge, fariseo; quanto allo zelo, persecutore della Chiesa; quanto alla giustizia che deriva dall’osservanza della Legge, irreprensibile…” Filippesi 3, 4-6

Praticamente il fariseo rappresenta il massimo che l’uomo possa fare per Dio!

Ma cosa può fare l’uomo per Dio?

Sacrificare la vita!

E Dio cosa ne pensa…è quello che vuole?

Così ci risponde già nel Primo libro di Samuele: “…Samuele esclamò: «Il Signore gradisce forse gli olocausti e i sacrifici quanto l’obbedienza alla voce del Signore? Ecco, obbedire è meglio del sacrificio, essere docili è meglio del grasso degli arieti.»…” 1 libro di Samuele 15, 22

Poi nel profeta Osea ripreso anche da Gesù stesso: “…poiché voglio l’amore e non il sacrificio, la conoscenza di Dio più degli olocausti…” Osea 6, 6

“…Se aveste compreso che cosa significhi: ”Misericordia io voglio e non sacrifici”, non avreste condannato persone senza colpa…” Matteo 12, 7

Dio non ci ha dato la vita per rubarcela, allora avrebbe potuto tenersela!

Ci ha donato la vita perché ne gioiamo, godiamo del Suo Amore e ci amiamo tra di noi, questa è la vita.

Nel Catechismo di San Pio X c’è una domanda: Per quale fine Dio ci ha creato?

Ecco la risposta: Dio ci ha creato per conoscerlo, amarlo e servirlo in questa vita, e per goderlo poi nell’altra in paradiso.

Noi invece abbiamo troppo spesso un’immagine falsa, menzognera, diabolica di Dio che ci tormenta!

La stessa idea che avevano i farisei!

Come se Dio fosse il dovere imposto e l’aguzzino al quale sei sottomesso supinamente e che devi tener buono a tutti i costi, se no ti punisce!

Questo sarebbe il Dio i profeti hanno rivelato? Il Dio che in pienezza Gesù Cristo ci ha fatto conoscere?

Questa piuttosto è la menzogna di Satana alla quale sottostanno tutte le false forme di religiosità, e anche tutte le presunte motivazioni per la negazione dell’esistenza di Dio.

Pensiamo solo a quando le religioni hanno ritenuto giuste le guerre sante, hanno bruciato le streghe e hanno compiuto tante altre disumanità, cose che purtroppo nemmeno oggi sono ancora cessate!

Questo fariseo capo dei giudei, Nicodemo, va da Gesù di notte!

Nicodemo è congiunto alla notte perché l’uomo della legge: è ancora nella notte!

Non è ancora venuto alla luce, non è ancora nato: non è ancora giunto alla libertà di figlio di Dio!

Ma Nicodemo fa un bellissimo elogio a Gesù: “Certamente tu sei venuto da Dio e Dio è con te. Tu sei l’inviato da Dio, tu sei il Messia, quindi sei quello che è stato promesso.”

Quindi Nicodemo ha capito bene Gesù, ma perché va da lui?

Perché pensa di aver trovato il Messia e si aspetta da Lui un comportamento conforme alle attese dei giudei: cioè uno che la potenza violenta, del Dio violento e vendicativo che loro falsamente immaginavano, sconfiggesse finalmente i Romani e li liberasse dalla loro tirannia!

Ma Nicodemo poi è uno che la legge di Dio la osserva già! Non è a posto?

Gesù lo spiazza dicendogli: “…se uno non nasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio.”

Non la tua osservanza della legge ti farà entrare nel regno di Dio!

Perché Dio è Padre, nel regno del Padre ci entrano i figli!

Ci entrerai se sei figlio, se sei generato!

Contrappone la generazione alla vita nuova con l’osservanza della legge.

Cioè non è l’osservanza sempre più rigorosa dei tuoi doveri che ti fa andare avanti, magari sterminando tutti i cattivi, ma è il saperti figlio, rinascere ad una vita nuova!

L’avere una nuova concezione di te e di Dio!

Attenzione!!!

Essere generato è passivo o meglio ricettivo!

La salvezza, la generazione a diventare figli di Dio non si coniugano in modo riflessivo: io mi salvo, io mi genero.

Si coniugano al modo passivo: io sono generato, io sono salvato!

È fondamentale questo, perché il Vangelo è la rivelazione che noi siamo generati, che noi siamo salvati.

Ma bisogna aggiungere come scrive Sant’Agostino nel Sermone 169, 11, 13 che: «Chi ha creato te senza di te, non ti giustifica senza di te: ha creato chi non sapeva, non giustifica chi non vuole», cioè che bisogna lasciarsi salvare, lasciarsi generare.

Insomma, sicuramente in questa “impresa”, Dio è il socio di stragrande maggioranza perché a Lui spetta il carico dell’Amore totale, ma ognuno di noi deve metterci la sua parte: ogni giorno l’accoglienza di questa nuova vita!

Gesù dice che il problema non è di nascere di nuovo, è di nascere in un altro.

“…se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito…”

C’è un nascere dalla carne, il nascere animale.

La carne indica il limite, la fragilità, la corruttibilità, la paura, i meccanismi di difesa, di egoismi, di aggressioni, di violenza, è quella vita che tutti conosciamo.

Ma c’è anche un nascere dallo Spirito, quello che hanno promesso i profeti:

un cuore nuovo, uno Spirito nuovo e lo Spirito è la vita di Dio che è amore, è nascere dall’amore.

Cosa significherà nascere dallo Spirito?

“Spirito” vuol dire respiro ma anche “vento”.

Hai mai visto il vento?

No, non lo vedi! Però ti accorgi dei suoi effetti: lo senti sulla pelle, muove le foglie, gli alberi, gonfia le vele…

Non sai da dove viene e dove va però ti accorgi se manca, o se c’è.

Lo Spirito è la vita, così la vita ti accorgi se c’è o se manca; senza vita uno è un cadavere.

E qual è la vita dell’uomo?

Non è semplicemente la vita biologica, possiamo anche essere dei cadaveri ambulanti!

La vita dell’uomo è l’amore, la gioia, la pace, la benevolenza, la bontà, la fedeltà, la mitezza, la libertà.

Cioè quello che San Paolo chiama i frutti o il frutto dello Spirito: “Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé…” Galati 5, 22

Vivere così è bello!

Per questo val la pena d’essere nati, salvati e rigenerati!

Questa è vita!!! Vita da Risorti!!!

Vi abbraccio e vi benedico con tutto il cuore!

Vostro in G. M. G. Don Stefano