Sostenibilità Ambientale e Sociale
Nelle scienze ambientali ed economiche, la sostenibilità ambientale è la condizione di uno sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri. Un ecosistema in equilibrio è implicitamente sostenibile. Maggiore è la sua stabilità maggiori sono le sue capacità di autoregolazione rispetto a fattori interni ed esterni che tendono ad alterarne lo stato di equilibrio, come avviene con il fattore esterno del complesso sistema antropico. L’interazione tra i due sistemi aumenta le probabilità di perturbazioni e fa aumentare il rischio di alterazioni irreversibili nell’equilibrio del sistema ambientale. Il concetto di sostenibilità ambientale ha fatto registrare una profonda evoluzione che, partendo da una visione centrata preminentemente sugli aspetti ecologici, è approdata a un significato più globale, che tenesse conto delle dimensioni sociale ed economica, oltre che ambientale. I tre aspetti sono stati comunque considerati in un rapporto sinergico e sistemico e, combinati tra loro in diversa misura, sono stati impiegati per giungere a una definizione di progresso e di benessere che superasse in qualche modo le tradizionali misure della ricchezza e della crescita economica basate sul PIL.
In definitiva, la sostenibilità implica un benessere (si parla quindi di sostenibilità ambientale, sociale ed economico) costante e preferibilmente crescente nella prospettiva di lasciare alle generazioni future una qualità della vita non inferiore a quella attuale.
Una descrizione più tecnica la si può trovare nel sito di The Natural Step, un’organizzazione internazionale no-profit, dedicata all’innovazione attraverso la sostenibilità, che punta il focus su quattro tipi di riduzioni: ridurre l’estrazione di sostanze naturali dalla crosta terrestre (metalli, combustibili fossili ecc.); ridurre la produzione di sostanze e composti chimici (plastica, diossine ecc.); ridurre il degrado fisico della natura e dei processi naturali (gli habitat marini, boschivi ecc.); ridurre gli ostacoli che impediscono alle persone di soddisfare i bisogni umani fondamentali (condizioni di lavoro, di salute ecc.). Sono concetti forti che superano l’idea di sostenibilità ambientale legata solo a riciclo, riuso e biodegradabilità, e ci portano oltre, verso un’idea più generale di contrazione e rimodulazione dei consumi che per decenni il mercato ha promosso attraverso la creazione di bisogni superflui e sempre nuovi.
Si intende per “sviluppo sostenibile” quello in grado di soddisfare le esigenze del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le loro esigenze. Lo sviluppo economico deve essere pertanto sostenibile sia dal punto di vista ambientale che sociale: nel primo caso si parla di SOSTENIBILITA’ INTERGENERAZIONALE, in quanto la sostenibilità ambientale è il requisito per la libertà di scelte delle generazioni future che dipende dall’integrità ambientale; nel secondo caso si parla di SOSTENIBILITA’ INTRAGENERAZIONALE i cui requisiti si basano sul principio di pari opportunità e libertà di accesso al mercato (è ovvio che la povertà costituisce un forte limite per la libertà di scelta).
Lo sviluppo è sostenibile solo quando si tiene conto e si soddisfano le esigenze sia economiche, sociali ed ambientali. Negli altri casi si parla di sviluppo: realizzabile quando lo sviluppo economico è compatibile con le capacità dell’ambiente; vivibile quando sono rispettate le esigenze sociali e l’integrità ambientale; equo quando lo sviluppo coinvolge equamente tutte le classi sociali. Obiettivi: ridurre le emissioni nocive di gas serra per limitare l’aumento globale della temperatura a meno di 2° C con l’ulteriore obiettivo di limitare l’aumento della temperatura a 1,5° C; mettere in grado i paesi vulnerabili di adattarsi al cambiamento climatico; ridurre le conseguenze dei disastri naturali, fra cui quelli causati dal cambiamento climatico; prevenire la deforestazione e ridurre con ciò le emissioni nocive di gas serra; promuovere lo sviluppo economico e la sicurezza alimentare.
Secondo Beck, si stanno profilando rischi globali soprattutto in campo ambientale in quanto la produzione sociale di ricchezza va sistematicamente di pari passo con la produzione sociale dei rischi connessi all’industrializzazione e inquinamento, degrado ambientale e minacce per la salute.
Un altro punto divista ma fortemente interconnesso a ciò che abbiamo fin qui espresso, ma su un piano differente troviamo l’ecologia sociale con riferimento al modello ecologico-sociale, relazionale e costruttivista proponendo una lettura del benessere/malessere originato dalle interazioni fra condizioni di vita, processi comunicativi e culturali, relazioni sociali. Questi concetti sono stati i presupposti i Gregory Bateson per il quale si deve considerare “l’organismo nel suo ambiente”: nella sua prospettiva il corpo non può essere concepito come un involucro che separa ma piuttosto che mette in comunicazione, per cui il benessere e il malessere sono mappe di ciò che succede nel corpo. Un approccio sistemico, dove l’unità da considerare è l’organismo individuale più l’ambiente in cui interagisce (interazione cogenerata), per cui i cambiamenti di una parte stimolano e permettono i cambiamenti dell’altra in modo da esserci una sincronizzazione reciproca