Nella mitologia greca fu la dea Atena a piantare sull’Acropoli il primo albero di olivo, divenuto così oggetto di venerazione presso gli ateniesi. Con rami di ulivo, inoltre, i Greci incoronavano eroi e vincitori. Sia nella tradizione ebraica che in quella cristiana, l’olivo è da sempre albero sacro e simbolo di pace. Nel libro della Genesi: alla fine del diluvio la colomba porta a Noè proprio un ramo di olivo, annunciando così che le terra era tornata asciutta. Nel Deuteronomio e nel Libro dei Re l’olivo è annoverato tra i sette frutti principali della Terra Promessa: «II Signore tuo Dio sta per farti entrare in un paese fertile, paese di frumento, di orzo e di viti, di fichi e di melograni; paese di ulivi, di olio e di miele». Il settimo capitolo del libro del Qoelet si apre con il proverbio israelita: «Un buon nome è preferibile all’unguento profumato». In ebraico l’assonanza tra i termini sem (nome) e semen (olio) rafforza l’idea della preziosità di questo prodotto. Oltre ad alludere alla ricchezza, l’olivo è anche simbolo di Israele stesso; così, Geremia paragona il popolo eletto ad un «olivo verdeggiante» Così, il profeta Osea: «Israele avrà la bellezza dell’olivo e la fragranza del Libano». Zaccaria definisce «figli dell’olivo» Giosuè – che rappresenta simbolicamente il sommo sacerdozio – e Zorobabele, che rappresenta la regalità: potere religioso e potere civile, cioè, hanno la stessa dignità e importanza, esprimono due funzioni coordinate e non separabili. Nell’undicesimo capitolo della Lettera ai Romani, anche San Paolo paragona Israele all’olivo, equiparando i rami dell’olivastro (albero cattivo) agli increduli; i rami dell’olivo (albero buono) ai gentili credenti: «Se è santa la radice, lo saranno anche i rami. Se però alcuni rami sono stati tagliati e tu, essendo oleastro, sei stato innestato al loro posto, diventando così partecipe della radice e della linfa dell’olivo, non menar tanto vanto contro i rami! Se ti vuoi proprio vantare, sappi che non sei tu che porti la radice, ma la radice che porta te». Cristo è il frutto più rigoglioso di questa pianta: al racconto della sua agonia, infatti, fa da sfondo il monte degli Ulivi, il Getsemani che, in aramaico, significa frantoio. Qui l’umanità di Gesù, torchiata e spremuta come olive da olio, stillerà la sua essenza divina.

FAMIGLIA Piante Oleaceae.

 

ORIGINE Originario del vicino Oriente, la sua coltura cominciò già in epoca neolitica in Asia Minore, per poi essere diffuso dai fenici in tutto il bacino del mediterraneo.
ETA’ E’ molto longevo: in condizioni climatiche favorevoli, un ulivo può vivere anche 1000 anni.

 

DIMENSIONI Fino ad 8 metri di altezza.

 

TRONCO Di colore grigio scuro, è liscio nei primi anni di vita; si fa nodoso e contorto successivamente. Il legno è molto duro e pesante.

 

FRUTTO

 

Le olive compaiono verso il 3º– 4º anno di vita. La pianta inizia la piena produttività verso il 9º–10º anno; raggiunge la maturità dopo i 50 anni.

 

FIORE

 

 

E’ dotato sia di organi riproduttivi femminili (pistilli), che maschili (stami) ed ha dimensioni molto piccole. I fiori sono raggruppati in numero di 10–15 in infiorescenze a grappolo, chiamate mignole. La fioritura avviene da maggio alla prima metà di giugno.

 

FOGLIE A forma di lancia allungata, sono di colore verde nella parte superiore, argenteo in quella inferiore.